Un giorno, incuriosita, chiesi a mia nonna come facesse un tempo a fare la spesa senza confezioni e bustine varie. Lei, un po’ sorpresa ci pensò, mi guardò e disse: ” Semplice, il cibo era nei cassetti!”
Inizialmente rimasi decisamente perplessa: da quali cassetti usciva il cibo!? Poi continuò a spiegarmi: mi disse che non esistevano ancora supermercati, cassiere, commessi e carrelli ma solo i bottegai, che nelle botteghe c’erano le pastaie, i mobili con i famosi cassetti dotati di finestrelle in vetro, per esibire la merce, e che questa veniva incartata in fogli o buste di carta ma soprattutto si portavano da casa sacchetti e contenitori.
A me già piaceva immaginarlo, inoltre iniziai a fare due conti e il calcolo fu immediato: ” tra me e mia nonna ci sono 50 anni di differenza, non sono tanti pensando a tutti i rifiuti che invadono spiagge, angoli di città, case e oceani. Come caspita abbiamo fatto!?”

Saranno passati ormai vent’anni da quella domanda ma nulla è cambiato e, anzi, oltre ad essere ed essere aumentati noi e aumentati i nostri rifiuti, non ne abbiamo ancora il benché minimo controllo. Ci comanda un’ingorda e sorda frenesia che ci porta a produrre, consumare e creare immondizia fatta di materiali e sostanze che in natura nemmeno esisterebbero e che creano dei cortocircuiti nell’ecosistema Terra. Sostanze chimiche, fibre sintetiche, micro e nano plastiche e tanto altro, come in un film di invasione aliena, arrivano ovunque senza sosta, invadono le nicchie ecologiche ed entrano a far parte della catena alimentare.

A volte è giusto andare avanti. A volte invece è bene fare una pausa, guardare indietro, come tra i ricordi dei nonni, e prendere spunto. Ecco da dove nasce Semelomangio!

 

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